Sommario
Satira e storia
La libertà è una risata - Introduzione Il grande dittatore Il duce, il Führer e Gambadilegno Occhio sono un gigante La satira antifascista

Il duce, il Führer e Gambadilegno


È innegabile […] che la maggioranza dei cartoonist stranieri trasferisca nelle caricature di Mussolini una certa dose di razzismo, o comunque di prevenzione culturali. Il dittatore fascista, sia che indossi l’uniforme, sia che si avvolga in paludamenti imperiali, è il «lazzarone» mediterraneo, in tutti i suoi stereotipi fisiologici e culturali: a partire dalla trascuratezza del proprio aspetto. Il «duce» di Low, ad esempio, tralascia la rasatura quotidiana della barba (differenziandosi in ciò […] dal più azzimato Hitler, e trovandosi viceversa emulato dal «latino» Francisco Franco); una patina grigia e uniforme vela normalmente il suo mento. Lo stesso dettaglio figura in disegni di Burck, Chase, Dyson, Elderman, Grimes, Shoemaker, Talburt.

C’è poi chi, come Tom Dyson, riveste Mussolini di lardo, gonfia a cespuglio le sue sopracciglia e gli attribuisce folti riccioli sulla nuca. Grasso, molle, sudato, crudele, sgraziato, altezzoso, probabilmente incline a cantare brani operistici in momenti di euforia […], il suo Mussolini replica ancor più alla lettera la macchietta del furfante italiano.

Posto a confronto con le tipologie dei fumetti coevi, il «duce» delle vignette è insomma un vero parente prossimo di Gambadilegno (il più «latino» e mal rasato degli eroi di Walt Disney); una sorta di losco felino ghignante e malvagio, corroso da un’avidità insaziabile. […]

Mercenario e carnefice, il Mussolini del 1940 è anche una nullità. I cartoonist lo rappresentano come una trascurabile pedina della scacchiera nazista, come un brutto giocattolo per bambini malvagi. È sufficiente, comunque, che l’impreparazione militare italiana cominci a rivelarsi, perché il «duce» torni a essere un personaggio comico: comico e patetico, per l’esattezza. […]

La comicità «a due» è una delle più arcaiche, se non la più arcaica in assoluto. […] Negli anni Trenta, oltre a Gambadilegno e Squick (grazie ai quali la «coppia» sceglie la causa del crimine e trova alloggio nelle strip a fumetti), sono attivi Benito Mussolini e Adolf Hitler. […] Forse, fra le ragioni della fortuna plurisecolare della «coppia», è il fatto che essa rende perfettamente ambigui i rapporti di potere. […]

I rituali fascisti e nazisti impongono che si stenda il braccio nel saluto, si irrigidiscano le ginocchia e si gonfi il torace, ed ecco che, nelle vignette, il «duce» e il «Führer» diventano due ballerini di fila. Sempre puntando sulla comicità dell’iterazione gestuale, i caricaturisti dotano i due ditta- Mussolini e Hitler in una caricatura inglese della seconda guerra mondiale. tori di un tandem (è Hitler, peraltro, a pedalare avanti), oppure li fanno inerpicare su trapezi o su meno pericolose altalene a stanga.

C’è tuttavia una soluzione caricaturale che permette di enfatizzare le diversità fra i due: trasformarli in coniugi.

Scoperta la formula, i cartoonist la sfruttano al massimo, accollando quasi sempre a Hitler il compito di fare da marito. Per parte sua, sottoposto all’autorità maritale del «Führer», il «duce» cresce e si ingrassa […].

Si riconosce, anche in questo caso, la presenza di un archetipo comico influente: i coniugi piccolo borghesi del vaudeville – lui, minuto, baffuto, chioccio, legnoso, irreprensibile; lei, imponente, tirannica, chiassosa, petulante.

E comunque, una volta stabilita la virilità del «Führer» e la femminilità del «duce», si ripresenta il solito interrogativo: chi comanda, veramente, fra loro?

N. Zapponi, Il fascismo nella caricatura, Laterza

Mussolini e Hitler in una caricatura inglese della seconda guerra mondiale.

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