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Magia ed esoterismo
Tra magia bianca e magia nera - Introduzione Il Malleus Maleficarum Nostradamus, il profeta del giorno dopo

Il Malleus Maleficarum


Pubblicato nel 1486, il Malleus Maleficarum è un testo in cui due teologi domenicani spiegano la natura della stregoneria, descrivono tutte le possibili forme in cui essa si manifesta e ne teorizzano la persecuzione.

Una forma di eresia

Secondo la tradizione, strega o stregone sono coloro che sanno ottenere con mezzi magici delle soddisfazioni sia morali che materiali. Si tratta dunque di personaggi che l’immaginario popolare giudica ambigui, capaci di fare del male ma anche di guarire.

Dal X secolo vennero identificati dalla Chiesa cattolica con il nemico, i servitori del diavolo, coloro che con il demonio avevano stretto un patto in base al quale abbandonavano la fede e il culto del Dio cristiano per seguire il dio del male.

Nel 1484 papa Innocenzo VIII promulgò la bolla Summis desiderantes in cui la stregoneria veniva condannata come forma di eresia. Per la Chiesa cattolica era dunque evidente il rapporto tra stregoneria ed eresia: entrambe erano manifestazioni del diavolo. Per questo, a partire dal XV secolo (nel contesto della crescente tensione religiosa che culminò con la Riforma protestante) si sviluppò una violenta repressione contro la stregoneria.

Il Malleus Maleficarum

Nel 1486 due teologi domenicani, H. Institor Kramer e J. Sprenger, pubblicarono il Malleus Maleficarum («Il martello delle streghe»): il più famoso manuale di demonologia dell’epoca (ne vennero stampate circa 50000 copie in tutti i Paesi d’Europa). Questo straordinario best seller conteneva un vero e proprio «catalogo» di tutte le possibili manifestazioni della stregoneria. Una guida per gli inquisitori.

Il Malleus Maleficarum ispirò i verdetti di numerosi processi, rilanciando la lotta contro la stregoneria. La repressione più violenta si ebbe in Germania, ma ovunque ci furono casi drammatici. Se infatti coloro che venivano accusati di stregoneria non confessavano i loro delitti, l’interrogatorio prevedeva l’uso della tortura. Queste persecuzioni, in cui a essere colpite furono soprattutto le donne, sono passate alla storia con il nome di «caccia alle streghe »: raggiunsero il loro culmine all’inizio del XVI secolo e declinarono verso la fine del XVII secolo, quando cambiò il clima culturale e religioso. Ovviamente è difficile stimare il numero delle persone coinvolte: secondo alcuni calcoli, 300.000 furono le persone condannate, di cui 70.000 al rogo.

Un fenomeno essenzialmente femminile

Nel Malleus Maleficarum la stregoneria venne identificata come un fenomeno essenzialmente femminile: i processi di stregoneria riguardavano soprattutto le donne, solo un uomo su tre o quattro donne veniva condannato per questo crimine. Perché? Così gli autori del Malleus Maleficarum giustificano questa singolare preferenza: «Ma poiché ai giorni nostri la perfidia si riscontra più spesso nelle donne che negli uomini, come l’esperienza ci insegna, noi, cercando di stabilire meglio la causa, possiamo affermare, completando quello che è stato detto: poiché le donne mancano di forze sia nell’anima che nel corpo, non c’è da meravigliarsi se cercano di stregare chi odiano. [...]

L’etimologia del nome, del resto, lo dimostra: foemina viene da fe (fede) e minus (minore), perché sempre essa ha ed è capace di conservare minore fede. […] La ragione naturale, poi, consiste nel fatto che la donna è più carnale dell’uomo: lo si vede dalle sue molte perversioni. D’altra parte c’è come un difetto di origine nella creazione della prima donna, poiché è stata fatta con una costola curva, una di quelle del busto, ritorta e come opposta all’uomo. E da questo difetto deriva che, essendo un animale imperfetto, essa inganna. […]

Si potrebbe aggiungere molto di più, ma alla persona intelligente sarà abbastanza chiaro che non c’è nulla di stupefacente nel fatto che tra le streghe vi siano più donne che uomini. Per cui è conseguenza inevitabile chiamare questa eresia non di stregoni ma di streghe, perché il nome deriva dalla parte che vi prevale. E sia benedetto l’Altissimo che fino a oggi risparmia il sesso maschile da un simile flagello; Lui che in questo sesso ha voluto nascere e soffrire, gli ha voluto concedere questo privilegio».

Frans Francken, La cucina delle streghe. Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Il dibattito interpretativo

La stregoneria fu una semplice invenzione degli inquisitori? E allora perché frequenti furono le confessioni spontanee? Perché abbiamo tante e dettagliate descrizioni di riti e culti che fanno pensare a oggettive pratiche stregonesche?

La risposta a queste domande ha dato luogo a un interessante dibattito interpretativo.

  • Interpretazione storica. I riti e i culti pagani, sopravvissuti nelle campagne, non avevano nulla a che fare con il demonio. Ma gli inquisitori finirono comunque per considerarli manifestazioni di stregoneria, in quanto non cristiani. Scrive Carlo Ginzburg in I benandanti. Stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento: «Avvenne così che la cultura folkloristica fu “sradicata due volte”. Una prima volta attraverso lo snaturamento dei culti agrari in culti demoniaci. Una seconda volta attraverso la repressione e il soffocamento di questi ultimi».
  • Interpretazione sociologica. Secondo storici come Trevor-Roper o Le Roy Ladurie, furono notevoli le tensioni vissute all’interno dei villaggi dispersi nelle campagne nel momento del passaggio dal Medioevo all’Età moderna. Queste tensioni si sarebbero scaricate soprattutto sulle donne refrattarie al cambiamento: a loro sarebbe toccato il ruolo di protagoniste della stregoneria.
  • Interpretazione femminista. Si tratta di una particolare interpretazione sociologica. Secondo le femministe, le streghe avrebbero rappresentato il tentativo delle donne di uscire dalla situazione di sottomissione all’uomo in cui erano relegate. Da qui la protesta che avrebbe trovato modo di esprimersi con il capovolgimento dei valori cristiani dominanti nella società: il diavolo al posto di Dio; i riti pagani al posto di quelli cristiani ecc.
  • Interpretazione psichiatrica. Un celebre studioso della stregoneria, Gregory Zilboorg, ha osservato: «Il Malleus Maleficarum potrebbe, con qualche ritocco editoriale, servire da eccellente manuale di psichiatria clinica descrittiva del XV secolo: basterebbe sostituire alla parola strega la parola paziente, ed eliminare il demonio». Tuttavia, come scrive la storica Marina Romanello, «se è possibile forse dire che, nel XVI e XVII secolo, tutti i malati di mente erano streghe agli occhi degli inquisitori, resta ancora da dimostrare che le streghe fossero tutte malate di mente».

Per aver un quadro completo di chi fossero in realtà le streghe occorre dunque accostare le diverse ipotesi interpretative.

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