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Magia ed esoterismo
Tra magia bianca e magia nera - Introduzione Il Malleus Maleficarum Nostradamus, il profeta del giorno dopo

Nostradamus, il profeta del giorno dopo


Nostradamus nacque a Saint-Rémy-de-Provence nel 1503, da una famiglia di origine ebraica molto in vista nella città. Si laureò in filosofi a e poi in medicina. Nel 1547 fu incaricato dalle autorità della Provenza di affrontare un’epidemia di peste: la malattia scomparve in meno di un anno. Perché, nessuno lo sa! Divenuto famosissimo pubblicò le Centurie che predicono il futuro, ma si comprendono solo dopo che i fatti sono avvenuti. Per questo Nostradamus viene definito dalla critica il «profeta del giorno dopo», al quale si può far dire tutto quello che si vuole… almeno fino al 3797.

La famiglia e la formazione

Michel studiò ad Avignone, a diciassette anni prese la prima laurea di «maestro delle arti», titolo che lo abilitava all’insegnamento della filosofia e della letteratura; studiò anche matematica e scienze naturali, nozioni di interesse farmaceutico, pozioni, medicamenti, filtri di ogni genere. In seguito apprese dal nonno i segreti della tradizione ebraica e l’antica sapienza delle pratiche cabalistiche.

La seconda laurea, in medicina, Michel la prese qualche anno dopo la prima, a Montpellier, frequentando quella che era la più rinomata università di Francia dopo Parigi. Dopo aver viaggiato per circa dieci anni in Italia, in Europa e probabilmente in Oriente, nel 1547 ritornò in Provenza, richiamato dalle autorità per fronteggiare una nuova epidemia di peste. Nostradamus sconfisse la malattia in meno di un anno, contro ogni previsione dei medici: questo straordinario successo esaltò l’immagine di Nostradamus, ma fece nascere il sospetto che vi fosse qualcosa di sovrannaturale nel suo modo di operare.

La sua opera più celebre, le Centurie

Nel 1547 Nostradamus si stabilì a Salon, a cinquanta chilometri circa da Marsiglia. Qui iniziò la fase conclusiva e determinante della sua esistenza, quella della ricerca definitiva, orientata verso misteri. È l’età nel corso della quale comincia la diffusione delle Centurie, la sua opera più celebre: un intreccio di profezie formulate in versi ermetici e sibillini, senza ordine cronologico, lungo un arco di tempo che si spinge addirittura fino al 3797.

La scrittura di Nostradamus si presta alle più svariate interpretazioni poiché, oltre a stravolgere ogni regola del linguaggio e a coniare nuovi vocaboli, ricorre ad anagrammi, metafore, fenomeni a effetto onomatopeico, inversione o soppressione di lettere, trasposizioni e altre manipolazioni lessicali. Accade quindi, per dare un senso alla frase, di dover riconoscere Parigi in Rapis (Paris) e i Savoia in Eiovas. Al semplice anagramma può poi sovrapporsi l’allegoria: il popolo ebraico, per esempio, viene indicato con Luas o Alus, che starebbero per Saul, primo re d’Israele. In ogni caso non c’è mai nessuna certezza interpretativa.

Predizione della morte di Enrico II

Ai destini della famiglia reale si riferisce la quartina forse più famosa di Nostradamus. È la predizione della morte del re di Francia Enrico II, marito di Caterina de’ Medici, avvenuta il 30 giugno 1559. Per le sue modalità singolari e del tutto imprevedibili la tragica fine del re suscitò enorme risonanza, accrescendo a dismisura la fama del veggente. Ecco il testo della quartina:

Il giovane leone sormonterà il vecchio
In campo bellico a singolar tenzone,
Nella gabbia d’oro gli creperà gli occhi,
Due ferite in un colpo, poi morire di morte crudele

Ed ecco l’evento a cui la premonizione viene riferita. Il re è battuto in torneo dal giovane Gabriel de Lorcey, conte di Montgomery. Entrambi hanno sullo scudo un leone. Enrico II ha quarant’anni, il suo avversario ventinove. Tutto collima: la vittoria del più giovane, l’emblema sullo scudo di entrambi e il tipo di combattimento. Altrettanto chiara è la dinamica dei fatti. Enrico ha il capo protetto da un elmo con celata d’oro, che gli copre il viso come l’inferriata di una gabbia. In questa gabbia va a infilarsi la punta della lancia di Montgomery, accecando e ferendo mortalmente il re: «due ferite in un colpo». Enrico patisce prima di morire una dolorosa agonia di dieci giorni.

È il classico esempio di profezia che a posteriori suscita grande sensazione, ma non aiuta prima dell’accadimento a prevenirlo. Una di quelle premonizioni che hanno dato a Nostradamus la fama di profeta del giorno dopo, al quale si può far dire tutto quello che si vuole, come sostiene la critica.

Illustrazione ottocentesca, rappresentante Nostradamus e Caterina durante un incontro per stabilire il destino dei figli.

Il maestro e Caterina

All’avverarsi della funesta profezia, la fiducia di Caterina de’ Medici negli occulti poteri di Nostradamus si rafforzò al punto da renderla quasi dipendente dai suoi oroscopi. A lui si rivolse per essere consigliata sui talismani, sulle pietre di cui servirsi a scopo scaramantico, sugli angeli o demoni da invocare ai fini di magia. A lui si affidò per conoscere il destino dei figli.

In quel caso fraintese il responso, scambiando per una predizione di gloria quella che era invece una premonizione di morte. Nostradamus previde infatti che tutti e tre i figli maschi di Caterina, Francesco, Carlo ed Enrico, sarebbero divenuti re. Il che parve a Caterina una conferma di ambiziosi disegni egemonici, volti a insediare i Valois su troni diversi d’Europa. Invece l’oracolo voleva signifi care che i figli di Caterina sarebbero morti uno dietro l’altro, succedendosi tra loro fino all’estinzione della famiglia.

L’astrologia per la regina francese fu una vera mania. Non prendeva nessuna decisione senza aver consultato l’oroscopo, credeva ai messaggi dei fenomeni celesti eccezionali, come il passaggio di una cometa, le eclissi, le esplosioni delle stelle. Per questo nel 1575, si fece costruire un osservatorio astronomico su una colonna gigante eretta a lato dei suoi appartamenti. Decorato con i simboli della regina, l’osservatorio consentiva di vedere da una piattaforma la congiunzione degli astri. Così la regina poteva decidere se avviare una certa azione politica oppure rimandarla al giorno successivo.

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