Sommario
Cultura e storia
Vienna, crogiolo di forze disumanizzanti - Introduzione La Vienna degli Asburgo, città dei paradossi L'architettura non fa più parte delle arti I morti non parlano

La Vienna degli Asburgo, città dei paradossi


L'autore

Allan Janik (Stati Uniti 1941) ha insegnato filosofia nelle Università di Vienna e di Innsbruck. Si è occupato approfonditamente dell’opera di Wittgenstein, curando la pubblicazione di testi del filosofo viennese. A lui ha dedicato fra l’altro Assembling Reminders: Studies in the Genesis of Wittgenstein’s Concept of Philosophy (2006)

Stephen Toulmin (Gran Bretagna 1922-2009), ha insegnato filosofia in diverse facoltà inglesi e americane. Si è dedicato in particolare alla filosofia morale e alla teoria dell’argomentazione. Fra gli scritti tradotti in italiano ricordiamo Gli usi dell’argomentazione (1975) e Cosmopolis (1991).

Tra Ottocento e Novecento a Vienna i massimi rappresentanti della cultura potevano conoscersi senza difficoltà e molti di loro er ano intimi amici pur lavorando in settori diversi dell’arte, del pensiero e della vita pubblica.

Nell’immaginazione popolare, il nome «Vienna» è sinonimo di valzer di Strauss, di caffè incantevoli, di pasticceria squisita e di un edonismo privo di preoccupazioni e onnicomprensivo. Chiunque abbia grattato anche lievemente questa superficie ha visto affiorare un quadro molto diverso.

Il valzer di Strauss più noto, il Danubio Blu, fu scritto poche settimane dopo la disfatta dell’Austria-Ungheria a Sadowa da parte della Prussia, che pose fine alle pretese asburgiche di egemonia nel mondo di lingua tedesca. […] La Duplice Monarchia era ormai diventata una potenza di second’ordine. […]

I deliziosi caffè allineati lungo le strade di Vienna, dove si poteva sedere tutto il giorno con una sola tazza di caffè o un solo bicchiere di vino, leggendo giornali e riviste di tutto il mondo, erano una parte essenziale del modo di vita viennese. Ma, allo stesso modo della musica e della danza viennese, questa istituzione aveva anche un altro aspetto. Per tutto il secolo XIX e fino ai nostri giorni, Vienna ha sofferto di una grave mancanza di alloggi. La classe operaia viennese ebbe sempre degli alloggi inadeguati, sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. […] Il costante bisogno di fuggire da queste residenze sporche e fredde veniva soddisfatto dagli onnipresenti caffè, dal loro calore e dalla loro allegria. Ancora una volta i caffè confortevoli erano l’altra faccia della dura realtà conosciuta dalla maggioranza dei viennesi. Ambiguità del genere caratterizzavano molti aspetti della vita viennese.

La residenza imperiale di Schönbrunn.

Poche città hanno mostrato altrettanta incomprensione di Vienna nei confronti di uomini che dopo morti essa proclamerà eroi della cultura. Nella sola musica si possono ricordare Franz Schubert, Hugo Wolf e Arnold Schönberg; ma un esempio particolarmente illuminante di questa duplicità è Gustav Mahler. […] In una città che si vantava di essere la matrice della creazione culturale, la vita per i veri innovatori era quindi più difficile che mai.

Vienna, all’inizio del secolo, era anche il centro medico del mondo. […] Eppure i lavori pionieristici di Freud nella psicoanalisi e di Semmelweiss sull’infezione restarono senza riconoscimento nella loro stessa città natale. […] Le conseguenze delle idee di Freud sul ruolo della sessualità nella vita umana offesero la sensibilità del ceto medio viennese, mentre le satire politiche di Karl Kraus attaccavano la sua ipocrisia e impostura in una prosa magistrale, brillante e tagliente. […]

Nella vecchia Vienna ebbero origine movimenti politici e sociali agli antipodi fra loro, come il nazismo e l’antisemitismo tedesco da un lato, e il sionismo dall’altro. […] La stabilità della società, col suo culto della pompa e delle cerimonie, era espressione di un formalismo pietrificato, a malapena capace di mascherare il caos culturale sottostante. A un più attento esame tutte queste glorie di facciata si convertivano nel loro opposto.

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