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Diritto e storia
Agguati, intrighi e invasioni I fuorilegge nell’antica Roma Antenati di 007 Le origini di Venezia

Le origini di Venezia


L'autore

Elizabeth Crouzet-Pavan (1953) è professore di Storia del Medio Evo presso l’Università Paris IV-Sorbonne. Sono state tradotte in italiano le sue opere: Torcello. Storia di una città scomparsa (2001), Venezia trionfante. Gli orizzonti di un mito (2001), Inferni e Paradisi. L’Italia di Dante e di Giotto (2007).

Quando arrivano i Longobardi, molti abitanti delle regioni orientali fuggono verso il mare Adriatico e gli insediamenti nella laguna veneta diventano stabili.

Pesca con la lampara nella laguna veneta, codice dell’XI secolo.
Venezia, Biblioteca Marciana.

In fuga davanti ai barbari
L’avventura di Venezia comincia nelle paludi malsane del fondo dell’Adriatico. I primi storici della città non vedono nulla di misterioso in questo insediamento lagunare, che risale al tempo in cui i barbari attaccavano l’Italia: le popolazioni fuggono davanti agli invasori; rifiutano la sottomissione, intendono salvare la loro libertà e la loro fede. Essi dicono anche che il rifugio lagunare sarebbe stato promesso agli uomini addirittura dall’evangelista Marco, il futuro santo patrono di Venezia. Egli, infatti, avrebbe rivelato che in quelle lagune si sarebbe costruita una città che avrebbe accolto il suo corpo.
Da dove provengono i fuggiaschi? Non lo sappiamo. La Venetia mediterranea (come era chiamato allora l’entroterra veneto, in contrapposizione con la Venetia maritima, che corrispondeva alla nostra laguna) contava città ricche e importanti come Aquileia, Concordia, Oderzo, Altino.

AQUILEIA

AQUILEIA

Nei primi secoli dell’era cristiana Aquileia fu una delle città più ricche e più vivaci intellettualmente dell’Italia. La città era stata fondata dai Romani nel 181 a.C. Si trovava in una zona strategicamente importante: era un posto di frontiera, non lontano dal Carso e dalle Alpi Giulie. Era anche un importante porto sul fiume Natisone: bastavano 11 tranquilli chilometri di navigazione per raggiungere la laguna di Grado e l’Adriatico.
Ad Aquileia si scambiavano le merci provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo (vino, olio, sale, garum, cioè salsa di pesce) con quelle provenienti dalle regioni illiriche (minerali, schiavi, animali e pelli): le testimonianze archeologiche dimostrano che i mercanti erano molto numerosi. In città operavano importanti botteghe artigiane: si producevano sculture, gioielli, oggetti ornamentali.
Degna di nota la lavorazione dell’ambra che, importata dal Mar Baltico, si trasformava in preziosi gioielli: le venivano infatti attribuiti poteri magici di difesa dalle forze maligne. Molte poi erano le botteghe in cui si produceva vetro soffiato. Pare anzi che i primi maestri vetrai fossero giunti ad Aquileia da Sidone, città della Fenicia.
È possibile ipotizzare che dai vetrai di Aquileia, in fuga dalla loro città minacciata dai barbari, abbia avuto origine la grande tradizione vetraria di Venezia.

I primi abitanti della laguna

Quando arrivano i fuggiaschi la laguna non è completamente disabitata. Lo storico Cassiodoro nel VI secolo parla di queste località, sostenendo che vi sono poveri insediamenti e che «un’unica risorsa hanno gli abitanti: quella di mangiare pesci a sazietà». C’erano quindi pescatori e marinai, ma anche persone che lavoravano nelle saline: nella storia dell’umanità il sale è uno dei pochi prodotti che si è sempre scambiato, dato che l’organismo umano non ne può fare a meno.
È anche possibile che inizialmente i fuggiaschi pensassero a una fuga solo temporanea e ciò può essere accaduto nel V secolo, durante le invasioni di Alarico e di Attila. La situazione cambia quando arrivano i Longobardi: infatti dal VI secolo gli insediamenti in laguna diventano stabili dato che la Venetia mediterranea continuerà per lungo tempo a essere terreno di scontro e di battaglia.
I Longobardi infatti si scontreranno a lungo non solo contro i Bizantini, ma anche tra di loro perché più volte i duchi longobardi del Friuli tenteranno di sottrarsi al potere del re.

 

UN PO’ DI VOCABOLARIO

UN PO’ DI VOCABOLARIO

Acqua alta: fenomeno di inondazione tipico della laguna veneta derivante dalla combinazione di una forte marea e del vento che spinge il mare nella laguna.

Ammiraglio: dall’arabo amir, capo dell’esercito, passa in italiano a indicare il capo della flotta. A Venezia indica il direttore dell’arsenale.

Arsenale: dal veneziano darsena, per deformazione dall’arabo dar sina’; indica lo stabilimento che è contemporaneamente un’officina, un cantiere navale e una fabbrica di armi.

Fondaco: dall’arabo funduq, indica il deposito di mercanzia, ma anche l’abitazione dei mercanti.

Giudecca: isola a sud di Venezia e del canale della Giudecca, che in origine non faceva parte dell’abitato. Non è credibile la tesi per cui l’isola deriverebbe il suo nome dal fatto di essere stata la prima sede della comunità ebraica veneziana.

Lido: cordone litorale che separa la laguna dal mare. Quello che noi oggi chiamiamo Lido (e che nel Medioevo era chiamato Lido di San Nicolò) è il cordone più vicino alla città.

Murazzi: insieme di spiagge formate da pietre di Istria e rialzi che proteggono i cordoni litoranei nelle zone più strette.

Piscina: stagno, successivamente colmato con l’espansione urbana.

Rialto: viene da rivus altus. All’origine isola di Rialto, poi sinonimo della città di Venezia.

Terraferma: in opposizione ai bacini lagunari, indica i territori continentali vicini. Si applica alle zone sottomesse al potere del ducato di Venezia alla fine del Medioevo.
Valli: settori della laguna chiusi per la pesca.

Comincia la costruzione di Venezia

Così su ciascun isolotto i fuggiaschi cominciano una serie di operazioni pazientemente fatte e rifatte: consolidare le rive, drenare la terra, iniziare a edificare, prima con materiali precari, poi con legname e pietre che si vanno a reperire sulla terra ferma, magari negli antichi centri abbandonati, che diventano ora vere e proprie cave.
Nell’810 un avvenimento gravido di conseguenze segna il corso di questa lenta crescita: la sede della confederazione insulare, che sino ad allora si trovava sull’isola di Malamocco, viene trasferita al più difeso Rialto. La costruzione di Venezia comincia. Risalgono infatti a questo secolo la costruzione del monastero di San Zaccaria, del primo palazzo ducale e della prima basilica di San Marco. Nell’828 le presunte reliquie di san Marco sono trasportate da Alessandria d’Egitto a Venezia.
La città, per estendersi, colonizza gli spazi incolti, fa arretrare la vegetazione, prosciuga dei canali, ne apre altri nelle zone da drenare. Le poche vie rettilinee che tagliano il dedalo di calli riprendono spesso il tracciato di un antico canale prosciugato.
Intanto i Bizantini perdono il controllo sulle zone costiere, ma Venezia continua a far atto di sottomissione all’impero d’Oriente. Più che di fedeltà si può però parlare di interesse, perché così facendo la città ribadiva la sua indipendenza dall’entroterra, prima in mano longobarda, poi franca.

 

Trasporto delle reliquie di san Marco, mosaico del XIII secolo. Venezia, Basilica di San Marco.

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