Sommario
Protagonisti
«Leggende» napoleoniche - Napoleone fu avvelenato? Un temperamento eccezionale Il funerale di Napoleone La costruzione del mito di Napoleone

Il funerale di Napoleone


L'autore
Victor Hugo

Victor Hugo (1802-1885) fu uno dei massimi rappresentanti del Romanticismo francese. Per le sue posizioni liberali dovette abbandonare la Francia durante l’impero di Napoleone III. Poeta, romanziere e drammaturgo, le sue opere più note sono i romanzi Notre-Dame de Paris (1831) e I miserabili (1862)

Il 15 dicembre 1840 la salma di Napoleone tornò a Parigi: un grande corteo la accompagnò presso la tomba a Les Invalides. Ci affidiamo a un cronista d’eccezione, lo scrittore Victor Hugo.
Ma sono veramente di Napoleone le ceneri custodite a Les Invalides?

Stamani dalle sei e mezzo in poi, ho sentito battere a raccolta nelle strade. Sono uscito alle undici. Le strade sono deserte, i negozi chiusi, appena si vede passare qualche vecchia qua e là. Si sente che tutta quanta Parigi si è riversata in una sola parte della città come un liquido in un vaso che si inclina [...].

È veramente una festa: la festa di un feretro esiliato che torna in trionfo. Tre popolani di qui, poveri operai vestiti di stracci, che hanno freddo e fame per tutto l’inverno, camminano allegri davanti a me. Uno di loro salta, balla e fa mille follie gridando «Viva l’imperatore!». [...]

[Per permettere al popolo di assistere al passaggio del corteo sono stati preparati dei palchi]: sono degli immensi tavolati di legno che coprono, dal muro della strada all’inferriata della chiesa, tutto lo spiazzo erboso.

Belle- Poule
Il rientro della salma

[...] Sento un rumore enorme e lugubre. Si direbbero innumerevoli martelli che battono in cadenza su delle assi. Sono i centomila spettatori ammassati sui palchi che gelati dal vento battono i piedi per riscaldarsi nell’attesa che passi il corteo.

Salgo sul palco. Lo spettacolo non è davvero meno strano. Le donne, quasi tutte calzate di grosse scarpe, e velate, scompaiono sotto cumuli di pellicce e di mantelli; gli uomini hanno dei cravattoni stravaganti. [Verso mezzogiorno e mezzo] le guardie nazionali corrono alle armi. Un ufficiale di ordinanza attraversa la strada al galoppo. Formano una siepe. Gli operai applicano delle scale ai pilastri e cominciano ad accendere i crateri. Una salva d’artiglieria pesante scatta all’improvviso dall’angolo orientale de Les Invalides; uno spesso fumo giallo costellato di scintille d’oro riempie tutta quella zona.

[...] Dall’estremità dello spiazzo, vicino al fiume, appare solenne una doppia fila di granatieri a cavallo, con paramenti gialli. È la gendarmeria della Senna. L’apertura del corteo.

Il rientro della salma

Napoleone aveva espresso il desiderio di essere sepolto «sulle rive della Senna, in mezzo al popolo che ho tanto amato» e, dopo quasi vent’anni, gli Inglesi acconsentirono. Il 12 maggio 1840, infatti, il ministro dell’Interno francese annunciò alla Camera dei deputati che il re Luigi Filippo aveva ordinato al principe di Joinville di recarsi a Sant’Elena per recuperare la salma di Napoleone. La sera del 7 luglio il principe si imbarcò sulla fregata Belle-Poule e salpò da Tolone. Giunse a Sant’Elena l’8 ottobre.

Le operazioni di dissotterramento iniziarono alla mezzanotte del 15 ottobre, sotto il comando di un capitano inglese e alla presenza di commissari francesi e inglesi. Si conclusero alle tre e mezzo del mattino successivo.

Il dipinto di Eugène Isabey rappresenta il momento in cui la bara fu caricata sulla Belle-Poule. Il 18 ottobre la fregata partì alla volta della Francia, dove giunse il 30 novembre.

Belle- Poule

Il trasferimento delle ceneri di Napoleone a bordo della fregata Belle- Poule, 15 ottobre 1840, tavola di Eugène Isabey.

Moneta evocativa delle traslazione del corpo dell’imperatore Napoleone a Les Invalides.

In questo momento il sole fa il suo dovere e appare magnifico. Siamo nel mese di Austerlitz. Dopo i berretti di pelo della gendarmeria della Senna, i caschi di rame della guardia municipale di Parigi, poi le fiamme tricolori dei lancieri, scompigliate dal vento meravigliosamente. Fanfare e tamburi. Il corteo, composto di generali e marescialli, è di un aspetto mirabile. Il sole, battendo sulle corazze dei carabinieri, illumina su tutti i loro petti una stella raggiante. Le tre scuole militari passano con aspetto fiero e grave. Quindi l’artiglieria e la fanteria, come se andassero al combattimento; i carri hanno sul dietro una ruota di ricambio, i soldati hanno lo zaino sulle spalle [...].

Anche Stendhal assistette alla cerimonia

[In lontananza si vede apparire il carro, sormontato da una grande piramide dorata]: un immenso rumore avvolge questa apparizione. Si direbbe che il carro si trascini dietro l’acclamazione di tutta la città come una torcia si tira dietro il suo fumo. [...]

Anche Stendhal assistette alla cerimonia

Quel giorno sulle tribune si trovava una parte importante della letteratura francese! Ad assistere al ritorno di Napoleone, infatti, oltre a Hugo, c’era anche Stendhal, il famoso autore della Certosa di Parma. Anche lui era convinto che l’imperatore fosse ancora nel cuore dei Francesi: «Il ritorno di Napoleone ha reso molto felici i Francesi «annotò guardandosi intorno» Napoleone ha avuto qualcosa di eroico, qualcosa che sembrava un plebiscito. Ha risollevato il morale del popolo ».

Traslazione del corpo di Napoleone a Les Invalides in una stampa dell’epoca.

L’insieme ha qualche cosa di grande. È un’enorme massa interamente dorata, i cui piani sono disposti in forma di piramide sopra le quattro grandi ruote dorate che lo sostengono. Sotto il crespo dorato seminato di api, che ricopre il carro dall’alto in basso, si distinguono molti bei dettagli: le aquile spaventate alla base, le quattordici vittorie sul vertice, che recano su una tavola d’oro la riproduzione di un feretro. Il vero feretro è invisibile. È stato deposto nel cavo del basamento per diminuire l’emozione. È questo il grave difetto del carro. Esso nasconde ciò che si vorrebbe vedere, ciò che la Francia ha reclamato, ciò che il popolo attende, quello che tutti gli occhi cercano: il feretro di Napoleone.

La cerimonia funebre all’interno della chiesa de Les Invalides come è raffigurata in un giornale del tempo.

[...] Gli spettatori delle tribune hanno smesso di battere i piedi solo quando il carro funebre è passato davanti a loro. Solo allora i piedi hanno fatto silenzio. Si avverte che anche un grande pensiero ha attraversato questa folla.

Il popolo vero ha gridato «Viva l’imperatore », voleva staccare i cavalli e trascinare a braccia il carro. Un gruppo della periferia si è buttato in ginocchio e uomini e donne baciavano i paramenti del sarcofago».

V. Hugo, I funerali di Napoleone. Note prese sul luogo, traduzione di Vasco Pratolini, Editori Riuniti, Roma 1994

L'interno di Les Invalides, al cui centro è posta la tomba di Napoleone.

L'ultimo mistero

È veramente la salma di Napoleone quella che riposa a Les Invalides? C’è chi ne dubita. Il fatto è che le testimonianze sulla sepoltura del 1821, nella Valle dei Gerani a Sant’Elena, non collimano con quelle relative all’esumazione del 1840: non si trovano né gli speroni né le calze di seta che il cadavere indossava nel 1821, i vasi che contenevano il cuore e lo stomaco non vengono ritrovati nel posto in cui erano stati messi. Addirittura il numero delle bare in cui il feretro era stato deposto nel 1821 non corrisponde a quello in cui viene trovato nel 1840. Dettagli insignificanti? Semplici imprecisioni nelle relazioni? Forse, ma si diffuse presto il sospetto che gli Inglesi non avessero restituito la vera salma dell’imperatore. E, manco a dirlo, ai giorni nostri esiste un’associazione che reclama un esame del DNA per verificare che le ceneri custodite a Les Invalides siano veramente quelle di Napoleone.

Il sarcofago che contiene il corpo di Napoleone a Les Invalides.

Les Invalides a Parigi

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