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Arte e Storia
O libertà, o morte - La libertà che guida il popolo Il massacro di Scio La battaglia di Magenta La Comune e i suoi nemici

Il massacro di Scio


Dopo le prime iniziative dei patrioti greci, l’Impero ottomano cercò di spegnere la rivolta con il terrore. In questa strategia rientra il massacro della popolazione dell’isola di Chio (o Scio) (aprile 1822), dove i Turchi uccisero circa 20.000 Greci e deportarono i superstiti come schiavi. Il pittore francese Eugène Delacroix, che come molti intellettuali e artisti dell’epoca simpatizzava per i patrioti greci, decise di dedicare un’opera a questo tragico avvenimento: un grande dipinto a olio (417 x 354 cm) che dipinse tra il 1823 e il 1824 e che attualmente è conservato al Museo del Louvre.

 

Immagine commentata

  1. Distruzione. Lo sfondo paesaggistico è punteggiato dai villaggi dati alle fiamme dai Turchi.
  2. Romanticismo. Con questa opera, sia per il tema della libertà nazionale sia per l’audacia formale, Delacroix entrò a pieno titolo nel movimento romantico.
  3. Rapimento. A destra è ritratta una donna greca legata al cavallo di un turco; il soldato sta sguainando la scimitarra forse per uccidere la madre che vuol impedire il rapimento della figlia.
  4. Deportazione. In primo piano invece risaltano i prigionieri greci che aspettano con rassegnazione di essere deportati.
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