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Arte e Storia
O libertà, o morte - La libertà che guida il popolo Il massacro di Scio La battaglia di Magenta La Comune e i suoi nemici

La battaglia di Magenta


Nel settembre del 1859 il governo provvisorio toscano bandì un concorso per quattro quadri che illustrassero le grandi battaglie del Risorgimento: Curtatone, Palestro, Magenta, San Martino. Il pittore Giovanni Fattori (1825-1908) scelse Magenta; i suoi bozzetti furono approvati dalla commissione, e nel 1862 il quadro di grande formato (232 x 384 cm) venne esposto nelle sale della Società Promotrice di Firenze.

 

Immagine commentata

  1. Bersaglieri. Truppe di bersaglieri vennero impiegate nella battaglia di Magenta, in quanto erano corpi addestrati per gli spostamenti veloci. I bersaglieri erano un reparto speciale di fanteria che fu istituito nel 1836 dal capitano La Marmora. Come corpo di tiratori scelti, i bersaglieri vennero però impiegati a partire dalla battaglia di Goito (8 aprile 1848).
  2. Paesaggio. Il paesaggio è aperto e piatto e conferisce solennità all’immagine. La forma degli alberi richiama il tipico paesaggio lombardo, che venne sconvolto dalle sanguinose battaglie che si combatterono durante la seconda guerra d’indipendenza.
  3. Retrovie. Il pittore Giovanni Fattori per commemorare il Risorgimento italiano preferì rappresentare le retrovie piuttosto che l’infuriare dei combattimenti. Anche se non si vede lo scontro, la realtà della battaglia è realmente percepibile dai feriti e dalle truppe che si dirigono verso il campo di battaglia.
  4. Francesi. Ufficiali francesi a cavallo osservano lo spiegamento delle truppe. Qualche critico ha riconosciuto nell’ufficiale di schiena il generale Mac-Mahon, futuro duca di Magenta.
  5. Carro-ambulanza. Al centro del quadro vi è un carro-ambulanza con le suore che si dedicano alla cura dei feriti. Proprio in questi anni iniziavano infatti a prendere forma le prime organizzazioni umanitarie volte alla cura dei feriti, che contribuiranno pochi anni dopo alla fondazione della Croce Rossa.
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