Nevrosi e guerra industrializzata
La nevrosi fu un effetto psichico non tanto della guerra in generale, quanto della guerra industrializzata in particolare. Prima della completa meccanizzazione della guerra il più comune disagio psicologico era la cosiddetta nostalgia di casa, un’intensa forma ansiosa di separazione. L’arco di sintomi isterici, manifestatosi su scala enorme nel corso della prima guerra mondiale, fu senza precedenti.
Nel 1916, M.D. Eder, un neuropsichiatra inglese, sentenziò: «Dal punto di vista del combattente questa è stata definita guerra industriale; dal punto di vista medico potrebbe essere chiamata guerra dei nervi». Questa definizione era ampiamente condivisa: gli psichiatri nelle retrovie e le truppe al fronte avevano colto immediatamente il rapporto fra le caratteristiche industriali della guerra e l’incidenza della nevrosi. Il dominio assoluto dell’artiglieria a lunga portata, della mitragliatrice e del filo spinato, aveva immobilizzato la guerra, e l’immobilità imponeva un atteggiamento passivo del soldato di fronte alle forze del massacro tecnicizzato. La causa della nevrosi stava nel dominio dei materiali sulle possibilità di movimento del soldato: concretamente, le nevrosi di guerra furono un prodotto diretto del rapporto sempre più alienato del combattente rispetto ai mezzi di distruzione.»