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L'utopia razzista dell'uomo nuovo - Introduzione Una scuola di razza L'uomo nuovo Vivere nel Terzo Reich Studiare nel Terzo Reich

Studiare nel Terzo Reich


Il regime si preoccupò molto della formazione dei giovani nazisti: la storia era una materia privilegiata ma fu utilizzata solo come strumento di propaganda

La nazificazione dell’istruzione

Le scuole tedesche, dalle elementari fino all’università, furono rapidamente nazificate. Il Mein Kampf di Hitler divenne «l’infallibile stella che dà l’orientamento alla pedagogia». Venne introdotto l’insegnamento delle «scienze razziali» che esaltavano i Tedeschi come la razza dominatrice e descrivevano gli Ebrei come la causa di tutti i mali del mondo.

Gli Ebrei ovviamente non potevano insegnare, dato che gli insegnanti dovevano essere gli «esecutori della volontà dello Stato appoggiato dal partito» e prestare giuramento di ubbidienza ad Adolf Hitler. Per rafforzare la loro preparazione sull’ideologia nazista e la loro lealtà al regime, tutti gli insegnanti venivano inviati in scuole speciali, dove ricevevano una formazione intensiva sui principi del nazionalsocialismo e in particolare sulle dottrine razziali di Hitler. I docenti delle università erano selezionati da esperti per accertarsi che fossero rispettosi degli orientamenti nazisti. Tutta l’istruzione era orientata a formare dei buoni nazisti. Ma il risultato della nazificazione fu catastrofico per la scuola e la cultura tedesca. Il numero degli studenti universitari diminuì della metà. La qualità dell’insegnamento accademico scese notevolmente.

Goebbels e Göring durante il rogo dei libri a Berlino, 10 maggio 1933.

La storia strumento di propaganda nella scuola

La scuola media impartiva ben 10 ore alla settimana di storia. Era attribuita maggiore importanza solo all’educazione fisica, a cui erano destinate addirittura 20 ore la settimana. Non per nulla si sosteneva che «l’istruzione politica nelle scuole si fonda in primo luogo sull’insegnamento della storia».

I nazisti però non erano interessati alla storia in quanto scienza. Per loro era solo uno strumento di propaganda. La storia doveva educare i ragazzi all’amore per la patria e al razzismo, doveva convincerli della necessità di «purificare» il popolo tedesco, sopprimendo le razze indegne di vivere (gli Ebrei) e riducendo in schiavitù le razze inferiori (gli Slavi).

I libri di storia erano scritti seguendo le direttive del regime. Nel documento intitolato «Linee di orientamento per i manuali di storia in uso nelle scuole» si raccomandava, per esempio, di presentare le antiche civiltà del Mediterraneo come «opera di popoli di razza nordica».

Si indicavano anche gli argomenti da cui un insegnante doveva incominciare il suo corso. Ne citiamo alcuni: «L’eroismo tedesco nella guerra mondiale», «Le conseguenze del diktat di Versailles», «Rovina e sofferenze dopo l’infame trattamento di Versailles», «La liberazione per opera del führer».

Si precisava anche l’atteggiamento con cui gli allievi dovevano seguire il corso: «orgogliosi dell’eroiche gesta compiute dai loro padri nel recente passato e nel presente».

 

Una matematica «nazista»

L’ideologia nazista riusciva a introdursi anche in materie, come la matematica, poco adatte a essere utilizzate come strumenti di propaganda. Lo dimostrano alcuni problemi, tratti da un testo scolastico di matematica dell’epoca.

«1. La costruzione di un manicomio costa 6 milioni di marchi. Quante case si potrebbero costruire con questa somma a 15000 marchi l’una?»

«2. Il mantenimento di un ammalato mentale costa circa 4 marchi al giorno, quello di uno storpio 5,50 marchi, quello di un criminale 3,50 marchi.
Molti dipendenti statali ricevono solo 4 marchi al giorno, gli impiegati appena 3,50 marchi, i lavoratori manuali nemmeno 2 marchi al giorno per le loro famiglie.
Illustrate queste cifre con un diagramma. Secondo stime prudenti, sono 300000 i malati mentali, epilettici, ecc., di cui si prende cura lo Stato. Quanto costano in tutto queste persone, a 4 marchi a testa? Quanti prestiti matrimoniali, a 1000 marchi l’uno, potrebbero venire concessi sfruttando questo denaro?»

«3. Un bombardiere notturno può portare 1800 bombe incendiarie. Quanti chilometri di territorio può bombardare se fa cadere una bomba ogni secondo a una velocità di 250 km orari? Quanto distano i crateri l’uno dall’altro?
Quanti chilometri possono incendiare 10 bombardieri se volano a 50 metri di distanza l’uno dall’altro? Quanti incendi verranno provocati se 1/3 delle bombe colpisce il bersaglio e di queste 1/3 esplode?»

Alcuni studenti sfllano con le bandiere naziste.

La formazione delle élites

Vi erano nel Terzo Reich tre tipi di scuole per l’istruzione delle élites: le scuole «Adolf Hitler», gli Istituti politici Nazionali per l’Educazione e i Castelli dell’Ordine.

Le scuole «Adolf Hitler» accoglievano i ragazzi più promettenti dello Jungvolk (uno dei gruppi in cui si articolava la Gioventù hitleriana), all’età di dodici anni: impartivano un insegnamento intensivo per i posti di comando nel partito e nei pubblici servizi.Gli Istituti politici erano simili alle vecchie scuole militari prussiane, integrate però dall’insegnamento dell’ideologia nazista. Questo tipo di scuola era sottoposta alla supervisione delle SS che forniva anche gli insegnanti.

Le scuole più esclusive erano i Castelli dell’Ordine: qui veniva educata per sei anni la gioventù nazista più promettente. Erano ammessi soltanto gli studenti che mostravano un’adesione fanatica all’ideologia nazista e che avevano raggiunto i risultati migliori nella precedente esperienza scolastica. Veniva curata la disciplina mentale e quella sportiva, con particolare attenzione per l’atletica, l’alpinismo e il paracadutismo. Si passava poi allo studio della politica e dell’arte militare per istruire il giovane sugli obiettivi espansionistici della Germania.

Hitler con alcuni bimbi presso Kehlsteinhaus.

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