Sommario
Vita quotidiana
Un'infernale società rurale - Introduzione La vita degli uomini comuni: l’incubo della fame La vita dei ricchi: voglia di esagerare La vecchiaia: mai fidarsi dei giovani! Carnevale, giorni di straordinaria follia

La vita dei ricchi: voglia di esagerare


I benestanti per reazione alla fame che li circondava mangiavano troppo per cui soffrivano di gotta e dovevano ricorre di continuo al barbiere-chirurgo per i salassi. S’aggiunga che il consumo di vitto nelle case dei ricchi era accresciuto dalla presenza della servitù e dalla frequente presenza di invitati per i quali si amava far sfoggio di abbondanza e ricercatezza di cibi e bevande.

Per la stessa ragione per cui i ricchi stramangiavano, essi tendevano anche a far eccessivo sfoggio di vestiario [...]. L’acquisto di gioielli era in parte espressione di questo desiderio esibizionistico, in parte era una forma di tesaurizzazione. Comunque le spese per il vestiario e per i gioielli sovente si confondevano e nel Cinque-Seicento si può ipotizzare che questo gruppo di spesa assorbisse a seconda dei casi dal 10 al 30 per cento del consumo corrente di ricchi e di benestanti.

Poi c’erano le spese correnti della «casa» quali riscaldamento, candele, mobilio, giardinaggi ecc. Quando si eccedeva in un settore ovviamente si risparmiava in un altro. Nell’insieme, vitto, vestiario e spese di casa assorbivano in genere un buon 65-75 per cento del consumo corrente di ricchi e benestanti. [...]

Particolare del mese di maggio del Libro delle Ore, commissionato ai fratelli Limbourg dal duca Jean de Berry e conservato oggi al Museo Condé di Chantilly.

Nel caso dei ricchi, bisogna far attenzione a non identificare certa stravaganza nell’acquisto di gioielli o nella decorazione delle dimore con comodità e pulizia. Il primo «water-closet» fu installato nella propria abitazione dalla regina Elisabetta I su disegno di quello stravagante genialoide che fu Sir John Harington.

Nel 1524 Erasmo scriveva a John Francis, medico del cardinale di York, che in Inghilterra anche nelle case dei benestanti il pavimento era sovente coperto di rifiuti, vomito ed escrementi d’uomo e d’animali. Inoltre va osservato che il consumo dei ricchi, anche quando assumeva toni di liberalità o addirittura di stravaganza, non era mai molto vario. Il fatto è che le condizioni tecnologiche di base non permettevano di offrire al consumatore tutta quella varietà di beni e servizi cui siamo abituati oggi nelle società industriali. Anche per i ricchi dell’Europa preindustriale, cibo, vestiario e abitazione rappresentavano i maggiori capitoli di spesa. La differenza tra il ricco e il povero consisteva nel fatto che il ricco poteva spendere liberamente per tutti e tre i capitoli di spesa, mentre l’uomo comune aveva appena di che mangiare. Un’altra differenza sostanziale era che la massa della popolazione non aveva possibilità di risparmio, mentre al ricco, anche quando consumava molto, restava ancora da mettere da parte.

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