Sommario
Storia di copertina
Incontri e scontri di civiltà: vino, birra o niente? La cultura alimentare nel Medioevo I Germani visti dai Romani Diffusione della birra e identità cristiana del vino “Questo non lo posso mangiare!” Il digiuno e l’astinenza nella Chiesa Le regole alimentari islamiche

Le regole alimentari islamiche


Il Corano, il testo sacro della religione islamica, stabilisce quali cibi sono leciti e quali illeciti. Il consumo di carne di maiale è vietato: probabilmente l’origine di tale divieto è da ricercare anche in motivi di carattere igienico-sanitario e storico-politico.

John Frederick Lewis, Il pranzo di mezzogiorno al Cairo, 1875.

Mangiare solo ciò che è lecito e buono

Nel Corano, Allah dice: “O uomini, mangiate ciò che è lecito e buono, non seguite le orme di Satana, poiché egli è nemico dichiarato per voi” (Sura Al Baqarah, 2:168).
Dato che cibo e bevande sono vitali per la sopravvivenza dell’essere umano, Allah stesso ha dato chiare indicazioni su quanto possa essere consumato (hâlal) e quanto debba essere considerato illecito (hâram). Inoltre sono state fornite anche istruzioni sul modo con cui consumare i cibi e sul comportamento da tenere mentre ci si nutre.
In questo modo, l’atto di bere e mangiare diventa un mezzo tramite il quale il musulmano ricorda la generosità di Allah e dimostra inoltre la propria osservanza alla religione perché segue le regole della Shari’ah1.
Inoltre, secondo l’islam Allah ha fatto sì che l’usanza, o meglio la necessità di mangiare e bere diventasse un importante fattore per stabilire le basi di una unità sociale. Egli ha incoraggiato la condivisione del cibo tra le persone, e rimarcato il merito del donare il cibo ai poveri e ai bisognosi. Questa condivisione diventa obbligatoria se vengono commessi determinati peccati, per i quali la ammenda, o Kaffara2,è fornire del cibo o sostenere dei musulmani poveri.
È possibile quindi notare come la questione del cibo copra una vasta e importante area della Shari’ah islamica.
Il cibo si può dividere essenzialmente in due settori.
1) Piante, frutti, vegetali e semi: possono essere utilizzati per nutrirsi, salvo che non siano dannosi per l’essere umano. Questo significa che non devono contenere sostanze velenose o narcotiche.
2) Creature viventi: a loro volta, possono essere divise in tre categorie:
a) esseri che vivono nell’acqua, nel mare;
b) esseri che vivono sulla terra;
c) esseri che volano, come gli uccelli.
a) Creature acquatiche
È permesso (hâlal) mangiare qualunque tipo di pesce dotato di squame. Le altre creature marine come balene, squali, tartarughe, granchi, aragoste, anguille, pesci spada, murene, rombi, razze, calamari, seppie, scampi e frutti di mare come cozze, vongole e ostriche, sono invece illecite (hâram). Per essere considerata hâlal, e quindi commestibile, la creatura acquatica deve essere tolta dall’acqua ancora viva, ma non ha alcuna importanza il metodo di pesca che viene utilizzato.
b) Creature terrestri
Questo termine comprende tutti gli animali che vivono sulla faccia della terra. Per l’islam, Allah ha permesso l’utilizzo alimentare di alcune di queste e ne ha dichiarate altre illecite.
Fra gli animali domestici, sono considerati leciti: cammelli, mucche, pecore e capre.

Tutti questi animali possiedono lo zoccolo fesso tipico del loro genere. Tra gli animali selvatici sono leciti: pecore di montagna, montoni, gazzelle e cervi. È invece sconsigliato (makruh), cibarsi di carne di cavallo, mulo o asino. Non è invece permesso cibarsi di animali che possiedono zampe o denti canini. Esempi di questo tipi di animale sono i cani, i conigli, gli elefanti e le scimmie. Vi sono inoltre versetti molto chiari del Corano che decretano il divieto di cibarsi di carne di maiale. Non è permesso inoltre cibarsi di rettili, come serpenti e tartarughe.
c) Uccelli
Pennuti quali polli, galli e galline, tacchini, oche, anatre, pernici, quaglie, faraone, piccioni, fagiani, e struzzi sono considerati hâlal, e possono essere utilizzati come cibo. Uccelli rapaci quali aquile, falchi e avvoltoi sono hâram, illeciti, così come pavoni, corvi e cornacchie. La rondine, l’upupa e il cigno sono invece sconsigliati.
Altri esseri che volano, ma non sono classificati come uccelli, come per esempio pipistrelli, api e altri, sono da considerare hâram, così come le loro uova e le uova di tutti gli uccelli illeciti.
Va rimarcato però che per il musulmano, nel caso in cui una persona sia in pericolo di morte per fame, qualunque cosa, incluso quelle proibite, può essere utilizzata per salvarsi. Tuttavia bisogna ricordare che il ricorso a cibi e bevande illeciti deve essere l’estrema risorsa, e che in questo caso bisogna limitarsi a ingerirne il minimo indispensabile per rimanere in vita.

Offerta di bevande in un giardino, miniatura iraniana del XV secolo. New York, Metropolitan Museum of Art.
L’ALCOL, NEMICO DELLA RAGIONE

L’ALCOL, NEMICO DELLA RAGIONE

Allah nel Corano, dice: “Ti chiederanno del vino e del gioco d’azzardo. Di’: in entrambi vi è un grande peccato, unito a un piccolo vantaggio per l’essere umano; ma il male è molto maggiore del vantaggio.” (Sura al-Baqarah, 2:219). E in un’altra sura: “Satana ha come solo scopo causare inumana inimicizia e odio tra di voi, e utilizza ciò che intossica, e i giochi d’azzardo per distogliere il vostro animo dal ricordo di Allah, e dalla preghiera.” (Sura al-Ma’idah, 5:90)
Secondo l’islam, il dono più grande che Allah ha fatto all’essere umano è quello della ragione, che lo distingue da ogni altra creatura. Senza la capacità di utilizzare la ragione, gli uomini non sarebbero diversi dagli animali: e, poiché l’alcol distrugge la possibilità di usare la ragione, è dichiarato illecito.

Offerta di bevande in un giardino, miniatura iraniana del XV secolo. New York, Metropolitan Museum of Art.

Offerta di bevande in un giardino, miniatura iraniana del XV secolo. New York, Metropolitan Museum of Art.

Niente carne di maiale: perché?

Il divieto di cibarsi di carne suina e di tutti i suoi derivati, come lo strutto, sia liquidi sia solidi, si fonderebbe sulla considerazione secondo cui l’allevamento di questo animale rappresenti una minaccia per l’intero ecosistema del Nord Africa e del Medio Oriente, da sempre zone caratterizzate da nomadismo pastorale in terre aride, difficilmente sottoponibili a sistemi di irrigazione; il maiale, infatti, è sedentario, non produce risorse essenziali per il sostentamento e mal sopporta le temperature elevate.
Pertanto, il presupposto secondo cui l’allevamento del maiale sia da sempre connesso al sedentarismo, fa pensare a un difficile adattamento alle esigenze delle popolazioni nomadi delle regioni dell’Arabia.
Si ritiene, altresì, che il divieto sia piuttosto da attribuirsi alla prassi dei maiali di cibarsi di rifiuti, escrementi e urine, tutti elementi considerati hâram nell’islam, anche perché reputati veicoli di malattie.
Allo stesso tempo, è evidente la chiara origine ebraica di questa proibizione; pertanto, il divieto prescritto anche dal Corano si giustificherebbe, dal punto di vista storico-politico, per il fatto che l’interdizione della carne di maiale fosse stata apposta, da un lato, come strumento per guadagnare consensi tra gli Ebrei e facilitare la conversione di questi ultimi, dall’altro come naturale evoluzione di una pratica rituale consuetudinaria già in uso nell’area.
In ogni caso, i motivi connessi con le origini di questa proibizione non sono univoci; accanto alle motivazioni ecologico-sanitarie e storico-politiche, si rintracciano ragioni irrazionali o derivanti da antichissime pratiche, come la teoria della natura demoniaca del suino o, al contrario, il valore sacro che il maiale aveva presso antichi popoli dell’Asia Minore o dell’Africa.

LA MACELLAZIONE SECONDO LA SHARI’AH

LA MACELLAZIONE SECONDO LA SHARI’AH

Il metodo corretto per la macellazione islamica implica il taglio simultaneo della giugulare, carotide e trachea dell’animale, con un coltello molto affilato.
Le condizioni per la macellazione sono diverse:
1) chi deve provvedere all’azione della macellazione deve essere musulmano, e attento a ciò che è lecito e ciò che è illecito.
2) Se è possibile, lo strumento utilizzato per la macellazione deve essere di ferro.
3) L’animale da macellare deve essere posto con il muso verso la Mecca.
4) La persona incaricata della macellazione deve pronunciare il nome di Allah nel momento in cui esegue la propria azione.
5) Ci si deve accertare che, nel momento in cui viene macellata, dalla bestia fuoriesca un normale flusso di sangue.
6) Nel momento in cui viene macellato, l’animale deve mostrare movimenti, che diano la garanzia che l’animale fosse in vita e in buona salute al
momento della macellazione.

Jean-Léon Gérôme, Preghiera al Cairo, 1865.

Ramadan, il mese del digiuno

L’apice del rapporto tra etica, religione e diritti alimentari per il musulmano è raggiunto nel mese di Ramadan, nono dell’anno lunare (mobile secondo il calendario occidentale).
Nel corso di questo mese di purificazione, come noto, la umma3 è chiamata al digiuno, obbligo imposto come principio e pilastro del Corano:

O voi che credete! V’è prescritto il digiuno, come fu prescritto a coloro che furono prima di voi, nella speranza che voi possiate divenir timorati di Dio, per un numero determinato di giorni. Ma chi di voi è malato o si trovi in viaggio, digiunerà in seguito per altrettanti giorni. Quanto agli abili che lo rompano, lo riscatteranno col nutrire un povero. Ma chi fa spontaneamente del bene, meglio sarà per lui; il digiuno è un’opera buona per voi, se ben lo sapeste! (Corano, II, 183-184)

Il digiuno è obbligatorio per i musulmani di ambo i sessi, puberi, e sani di mente, i quali devono invocare l’intenzione di voler procedere all’astensione richiesta. L’obbligo imposto dall’islam è quello di totale astensione da cibi e bevande; si richiede, in determinati casi, anche l’astensione dal deglutire.
Sono inoltre proibiti gli atti sessuali e i comportamenti poco raccomandabili, quali ad esempio liti, calunnie, cattivi pensieri, dall’alba al tramonto per tutti i giorni del mese di Ramadan.
Gli unici pasti consentiti possono essere consumati prima dell’alba e al calar del sole, in cui avviene la sospensione del digiuno, momento di forte impatto sociale, durante il quale vengono servite pietanze ai più bisognosi e il pasto è vissuto come un momento comunitario.

 

 

1 La parola “Shari’ah” significa letteralmente “Via”. Nella terminologia islamica, indica il sistema giuridico dell’islam.

2 Il termine “Kaffara” deriva dalla radice “kaffa-ra”, che significa “coprire”. Si tratta infatti di un atto di espiazione per un peccato commesso oppure un’azione sbagliata che è stata intrapresa.
Ad esempio rompere il digiuno intenzionalmente durante il mese di Ramadan è un peccato per il quale una “Kaffara” specifica deve essere pagata.

3 La Umma è la comunità dei fedeli musulmani.

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